Dollaro canadese, tassi fermi e nuove valutazioni

Come ampiamente previsto, la Bank of Canada ha lasciato i tassi di interesse di riferimento fermi a 0,50 punti percentuali. Subito dopo l’annuncio il dollaro canadese si è rafforzato, ma è poi rapidamente rientrato.

Per quanto concerne le nuove valutazioni, nel Monetary Policy Report la BoC ha rivisto al rialzo la previsione di crescita per quest’anno, ma ha spostato al ribasso quella per l’anno prossimo, principalmente perché buona parte del miglioramento in atto sul fronte crescita è da imputarsi alla politica fiscale espansiva adottata con il budget di marzo. L’inflazione è stata invece rivista al rialzo sia quest’anno sia il prossimo – sottolineano gli analisti ISP – e si stima che l’output gap possa chiudersi un po’ prima di quanto stimato a gennaio, ovvero nel secondo semestre dell’anno prossimo.

Dunque, complessivamente il quadro sembra essere positivo, ma permangono importanti elementi di incertezza: uno di questi è stato identificato nel recente ampio apprezzamento del cambio: + 15% negli ultimi tre mesi, da un minimo di gennaio in area 1,46 USD/CAD a un massimo di 1,2745 USD/CAD. Se il rafforzamento del dollaro canadese dovesse proseguire allo stesso ritmo l’effetto favorevole che il passato deprezzamento del cambio ha sortito finora sull’export (e sulla crescita) si annullerebbe nei prossimi mesi.

Secondo gli analisti più accreditati, se il contesto globale andrà stabilizzandosi e il petrolio non tornerà a scendere annullando la rimonta degli ultimi due mesi, la tendenza sottostante del dollaro canadese dovrebbe restare moderatamente rialzista. Naturalmente, non mancano gli spunti di preoccupazione: i rischi nel breve sono verso il basso, soprattutto in caso di delusioni dai dati domestici e/o in caso di correzione dei prezzi del petrolio.

Inoltre, anche il dollaro canadese potrebbe subire qualche contraccolpo nel mese di giugno, se le scelte Fed sui rialzi dei tassi dovessero finalmente verificarsi.