Non tutti gli animali hanno il sangue rosso

Non tutti gli animali hanno il sangue rosso

Come regola di base, tutti gli animali trasportano l’ossigeno nel sangue grazie all’emoglobina, un pigmento scarlatto che contiene ferro, presente nei globuli rossi, e che fornisce il tipico tono di colore al nostro sangue. Tuttavia, anche questa regola incontra una interessante eccezione in una famiglia di 16 specie di pesci che vivono in Antartide, i Channichthyidae.

Ma quale è la particolarità di questi pesci?

È presto detto questi pesci non possiedono emoglobina, né mioglobina, che trasporta l’ossigeno ai muscoli, né globuli rossi. Dunque, di conseguenza, questi animali – unici tra i vertebrati – hanno il sangue non di colore rosso, bensì di colore bianco o trasparente.

Si tratta peraltro di animali particolarmente interessanti sotto il profilo storico, considerato che questi vertebrati per poter assumere ossigeno hanno subito nel corso della loro evoluzione una serie di adattamenti. Per esempio, è stato notato che i loro cuori sono più grandi, battono più velocemente, pompano un volume maggiore di sangue rispetto ad altri pesci di pari dimensioni. Ancora, questi pesci dispongono di vasi sanguigni di diametro maggiore, non hanno le coronarie, ovvero quelle le arterie che trasportano il sangue al cuore, e quest’ultimo ha una consistenza spugnosa per prendere ossigeno direttamente dai ventricoli.

Tra le altre particolarità di questi animali unici nel loro genere, si noti come il loro sangue abbia una bassa viscosità e una bassa pressione, e come la pelle abbia perso le squame al fine di assorbire ossigeno direttamente dall’acqua, sebbene la sua maggior parte venga regolarmente assunta dalle branchie.

Peraltro, gli scienziati si sono a lungo chiesti il motivo di un simile adattamento e di simili particolarità. Ebbene, sia sufficiente rammentare, in tal senso, che l’emoglobina è formata da due tipi di proteine, dette catene alfa e catene beta, che sono entrambe fondamentali per la nostra salute. Nell’uomo una mutazione del gene beta conduce in merito a una malattia chiamata anemia mediterranea o talassemia. E in questi pesci il gene beta è del tutto scomparso, mentre del gene alfa è rimasto solo un frammento non funzionante.

Pertanto, secondo recenti studi non c’è un motivo per questa mutazione, e questi pesci non si soo adattati al freddo rispetto ad altri pesci polari. È semplicemente “accaduto”, circa sei milioni di anni fa, regalandoci oggi una specie di vertebrati ricca di particolarità che ancora oggi affascinano gli studiosi di tutto il mondo, alle prese con lo studio di questa specie.

Share