Riforma costituzionale, al referendum vincono i NO

Riforma costituzionale, al referendum vincono i NO

referendum3La legge di riforma costituzionale è stata bocciata dagli elettori con una maggioranza ampia di 59,1 punti percentuali contro i 40,9 punti percentuali, più rilevante alla luce dell’affluenza elevata (65,5 per cento). Il primo ministro Renzi ha preannunciato nella notte che rassegnerà questo pomeriggio le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Mattarella, aprendo formalmente la crisi di governo. In seguito, il presidente annuncerà il calendario delle consultazioni con le cariche istituzionali dello Stato e con i leader dei partiti.

In Parlamento, l’ipotesi di elezioni immediate è sostenuta soltanto da una parte delle forze di opposizione, mentre prevale largamente l’idea che sia necessario ricostituire un governo per procedere alla riforma del meccanismo elettorale di Camera e Senato, considerata quest’ultima un prerequisito per sciogliere le camere. Questo governo di transizione dovrà appoggiarsi ancora sulla coalizione di PD e centristi, ma potrebbe essere allargato ad altre forze.

Riguardo al meccanismo elettorale, questa mattina fra i commentatori politici prevale largamente la tesi che la convergenza potrebbe essere realizzata su un meccanismo che comprenda una forte componente proporzionale. Martedì 6 si terrà invece una delicata assemblea del Partito Democratico, nella quale presumibilmente anche la posizione di Renzi come Segretario del partito sarà rimessa in discussione, e che rappresenta uno snodo cruciale anche per i negoziati che dovranno portare alla formazione del governo di transizione.

Considerata l’urgenza di alcune riforme e la necessità di evitare uno stallo istituzionale, è molto probabile che già questa settimana sia sostanzialmente decisiva per poter orientare correttamente la formazione di un nuovo governo. Le carte sul tavolo sono tante e complesse, e non è detto che la soluzione possa essere trovata nel giro di breve tempo.

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